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Per contatti e informazioni: giulio.levi@gmail.com
Recensioni
1. Venditempo (Orecchio Acerbo Editore, 2004)
2. XJ7K – dallo spazio alla casa bianca (Falzea editore, 2005)
3. Storie del 3° millennio (Campanotto editore, 2006)
4. Maghi, pesci, scarpe parlanti…in 10 storie fantastiche (Einaudi scuola, 2006)
5. 1940 / 1945 Gioele, fuga per tornare, Fatatrac editore, 2007
6. Nebbia di streghe (Falzea editore, 2008)
7. La mia mamma guarirà (Falzea editore, 2008)
8. Salviamo il mondo (Fatatrac editore, 2009)
9. Il grande pesce d’argento (Fatatrac editore, 2010)
10. Millelire (Coccole e Caccole editore, 2011)
11. “Eravamo ragazzi” (Fatatrac editore, 2014)
12. Una vita sospesa 1938-1945 (Castelvecchi editore, 2016)
13. Il regalo magico (Coccole Books 2020)
14. La straordinaria storia della penna a sfera – da László Bíró all’impero Bich

Salviamo il mondo (Fatatrac editore, 2009)

(http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=2559&sez=Recensioni
Mentre stiamo scrivendo, si susseguono le valutazioni sugli esiti finali del vertice Onu sul clima appena concluso a Copenhagen: accordo imperfetto, enunciazione di principi, più ombre che luci, accordo non vincolante visto che non esiste un documento ufficiale approvato e non sono state riportate cifre sulle riduzioni della CO2. Queste alcune considerazioni degli addetti ai lavori. Guardando la vicenda con un filo di ottimismo, si potrebbe rilevare come il Summit Onu, svolto in terra danese, pare ormai aver convinto anche i più scettici: i cambiamenti climatici con i loro effetti devastanti sono riconosciuti universalmente e la scienza che da tempo ha messo in guardia il mondo è stata definitivamente riabilitata. La conferma è venuta dall’accettazione di quanto detto dagli scienziati, secondo i quali l’aumento medio globale delle temperature non dovrebbe superare i 2 gradi. In ogni modo a Copenhagen è stata persa una grande occasione per “Salvare il pianeta” e ancora è stato confermato il primato dell’economia sull’ecologia, mentre secondo il concetto di sviluppo sostenibile i due settori dovrebbero integrarsi in modo egualitario, così da garantire anche equità sociale.
Se ciò mai si avverasse potrebbe essere garantita anche una disponibilità durevole di quelle risorse primarie di cui oggi disponiamo, da destinare alle generazioni future. Ed è questo il punto che lega strettamente questa lunga premessa al libro che presentiamo oggi: a Copenhagen non si è pensato a sufficienza ai nostri figli e ai figli dei nostri figli. “Salviamo il mondo” è un volume estremamente attuale, sembra ritagliato sulla cronaca di questi giorni (invece è uscito ad inizio anno) che parla ai ragazzi del mondo degli adulti e della loro capacità di autodistruzione e spiega agli adulti quale dovrebbe essere il linguaggio per farsi comprendere dai ragazzi. Il messaggio che viene inviato da Giulio Levi, ricercatore (ora in pensione) specializzato in neuropsichiatria (ha studiato le cellule del cervello), è molto realistico, nonostante si tratti di storie fantastiche e paradossali: quindi improntato da un leggero pessimismo. Del resto l’autore prende spunti da informazioni di cronaca e da riviste specializzate e poi li proietta nelle storie fantastiche vissute in un futuro non troppo lontano (2020-2030). Levi riporta tutti o quasi i temi critici che affliggono i destini del pianeta trattandoli talvolta anche in modo ironico. In primis la crescita quantitativa di materia: Alpi ed Appennini formati da rifiuti indifferenziati (a montagne appunto!) in cui si intrecciano i destini del fine vita di oggetti abbandonati, con quelli degli abitanti delle discariche come topi e gabbiani.
L’Appennino degli Indifferenziati fa una brutta fine perché viene bruciato dalla lava del vulcano diffondendo nell’aria odori pestilenziali. E qui un’altra peculiarità del volume: i sei racconti apparentemente autonomi trovano nelle criticità ambientali del pianeta da un lato e nell’esigenza di tutela dall’altro, il filo conduttore che li unisce. Perché, come ha affermato una bambina durante un’attività di educazione ambientale, “Il mondo è tutto attaccato”. Quindi dai rifiuti si passa facilmente alla qualità dell’aria poco respirabile delle città e ad un mondo, nel 2030, vissuto in maschera, le M.A.I. (Maschere Anti-Inquinamento) divenute obbligatorie tranne che in alta montagna e nelle piccole isole disperse negli oceani. In questi luoghi si può andare in vacanza agevolata con contributi governativi ma la pressione turistica si fa così pesante che anche nei paradisi sperduti la maschera diviene obbligatoria.
Gli Stati, come accade nella realtà, attraverso le facilitazioni ai grandi gruppi multinazionali sostengono l’industria inquinante da un lato e favoriscono la ricerca di medicinali che allungano la vita e che rendono più belli, dall’altro: la realtà non è così lontana. Nel racconto “l’isola che non c’è più” un’isola dell’Oceano è appunto scomparsa, sommersa dall’innalzamento del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacci causato dall’aumento della temperatura innescato dai gas climalteranti. E proprio questa paura di affondare sotto la spinta dei cambiamenti climatici ha condotto in questi giorni il piccolo Arcipelago del Pacifico, Tuvalu (seguito dai Paesi latini sudamericani) a guidare il dissenso al vertice sul Clima di Copenhagen contro il documento proposto dai Paesi trainanti e far naufragare l’accordo politico complessivo. In questo caso realtà e fiaba praticamente coincidono.
In chiave assolutamente moderna il volume di Levi sottolinea come sia stretto il legame tra educazione (nella sua accezione culturale) e ambiente nel paradigma più evoluto della trattazione dell’argomento, cioè l’educazione alla sostenibilità. L’autore chiude il volume con un racconto che narra della scomparsa dell’uomo e del riemergere dei dinosauri che erano rimasti ibernati nella glaciazione di 65 milioni di anni prima, ed ora tornano padroni del pianeta. Ad un novello Noè (l’ultimo Umano vissuto sulla Terra) l’onere e l’onore di lasciare un messaggio “Gli Umani dopo aver dominato la terra per migliaia di anni, hanno dato vita a una tecnologia che è stata essa stessa la causa della loro distruzione… Parto alla ricerca di un pianeta dove possiamo stabilirci e dare inizio ad una nuova civiltà”. L’autore, ovviamente uscito dalla sfera dei suoi personaggi, spera in un epilogo in parte diverso: che almeno sia il fato e non l’uomo a distruggere la Terra.
«Secondo gli esperti c’è un probabilità su 6000 che un grande asteroide chiamato Apophis cada sulla Terra nell’anno 2036 e sono allo studio metodi per evitare questo impatto che potrebbe essere altamente distruttivo… Se è destino che la vita sulla Terra debba scomparire, lasciamo che sia un asteroide o qualche altro incontrastabile fenomeno naturale a provocarlo, come forse ha provocato la scomparsa dei Dinosauri, e cerchiamo di evitare che sia proprio l’Uomo a distruggere se stesso e gli altri essere viventi». I messaggi che invia Levi con questo volume, pensiamo possano essere un “regalo utile” per il prossimo Natale da fare ai più piccoli e base di riflessione per il mondo degli adulti.
Federico Gasperini

Da LG Argomenti, dicembre 2009, pag. 86-87
In questi sei racconti di un neuropsichiatria convertitosi alla letteratura per ragazzi troviamo presentati in uno stile ironico e paradossale, ma nello stesso tempo didattico, alcuni grandi temi riguardanti 1’ambiente e il rapporto dell’uomo con il pianeta in cui vive. Il primo racconto ci conduce in un’Italia ormai sommersa dai rifiuti, dove i cumuli di spazzatura hanno assunto nomi e fisionomie di catene montuose con i relativi ruscelli di liquami. I commenti della guida di un gruppo di turisti stupefatti e la descrizione della fauna che popola quegli ambienti definiscono un quadretto tanto divertente quanto preoccupante, se pensiamo ai nostri sprechi quotidiani. Tra i rifiuti della nostra civiltà troviamo anche sacchi pieni di congiuntivi, che solerti volontari si incaricano di recuperare e rimettere in circolazione.
La seconda storia ha per protagonista Giacomino Tappabuchi, il quale, dopo aver mostrato le sue doti in molte situazioni, viene incaricato di sanare il buco maggiore, quello dell’ozono. L’autore ne approfitta anche per qualche sferzata alla misera condizione dei precari e all’assurdità del linguaggio burocratico. La terza storia vede l’incontro di due civiltà, la nostra e una tecnologicamente più primitiva fuggita dalla propria isola per l’innalzamento del livello dei mari. Alla berlina questa volta viene messo l’atteggiamento scriteriato dei governanti occidentali, che non tengono conto dei delicati equilibri ambientali. Il quarto racconto ha luogo in un mondo nel quale tutti gli esseri umani sono costretti a indossare maschere protettive contro l’inquinamento dell’aria. Questa situazione estrema, che favorisce 1’ascesa economica dei produttori di maschere, viene complicata dalla possibilità di rivelare all’esterno prima il proprio volto, poi una versione abbellita attraverso ritocchi informatici. II tema dei rischi ambientali viene cosi abbinato alle perversioni della società dell’apparire, in cui ognuno sogna di essere come i propri idoli, pena la frustrazione. La quinta storia mette in guardia dalla minaccia di una guerra atomica dovuta a errori nei sistemi di controllo, ma un ruolo fondamentale assumono anche il cinismo delle leggi di mercato e i compromessi paradossali delle decisioni politiche internazionali. L’ultima avventura è dedicata ai dinosauri, che dopo milioni di anni si risvegliano dall’ibernazione e ripopolano un mondo ormai abbandonato dagli uomini. Lo scenario, attraverso le riflessioni dei protagonisti prima della definitiva uscita allo scoperto, offre lo spunto per una panoramica sull’evoluzione umana e sulle stranezze di questi esseri, gli uomini, più deboli di tutte le altre specie eppure cosi forti grazie alla tecnologia, non sempre però usata con buon senso. La prova narrativa di Giulio Levi costituisce un’ottima introduzione agli aspetti più delicati del rispetto dell’ambiente e alla nascita di una consapevolezza socio-politica circa gli atteggiamenti da tenere a tutti i livelli, con incursioni nei punti di vista degli animali e delle cose. Dalle molte prospettive adottate emergono le contraddizioni insite nello stile di vita degli esseri umani, in particolare nell’epoca contemporanea.
(D. Finco)